Numero verde Stella è… Simona: la coordinatrice e la counselor che ti orienta

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Coordinatrice del Numero verde Stella è Simona Spinoglio. Svolge il ruolo di interfaccia tra il direttivo dell’associazione e il personale del Numero verde. Monitora il lavoro della voce di Stella, Francesca Penno, orienta il suo lavoro tra front e back office ed interviene quando le richieste comportano un iter complesso oppure richiedono il parere di un counselor, sua specializzazione, che mette a disposizione dei soci di Famiglie SMA APS ETS, via telefono e di persona negli incontri di gruppo.

Cerchiamo con lei di capire meglio cosa offre un counselor.

È un professionista che prima di tutto permette alla persona che lo interpella di venire ascoltata e accolta, e a volte in questa parte si svolge tutto il lavoro. Inoltre, crea un clima di fiducia ed empatia in modo che l’altro si possa esprimere liberamente. Per me svolgere questo ruolo all’interno del Numero verde Stella forse è più facile perché vivo la disabilità in prima persona, essendo io stessa affetta da una forma di SMA, e grazie a questo fatto i genitori oppure anche altri adulti con disabilità si sentono compresi, presuppongono che abbiamo dei vissuti condivisi.

Infine, importante è chiarire che come counselor mi occupo di un problema specifico. Insieme alla persona che chiama lo circoscriviamo, poi cerchiamo il modo per affrontarlo.

Come si svolge un colloquio con te?

La persona esprime il proprio disagio, io la ascolto e poi la oriento verso la ricerca delle risorse a disposizione dentro e fuori di sé, nella rete delle relazioni e dei contatti, considerando anche ciò che può rappresentare uno stimolo per affrontare al meglio lo specifico problema, dove affrontarlo significa risolverlo oppure conviverci nel modo migliore possibile.

Più nel dettaglio, nella prima telefonata illustro il mio metodo di lavoro, ascolto la richiesta e poi la analizziamo insieme. Se la persona che ha chiamato riconosce un beneficio già da questo primo contatto, concordiamo un breve percorso di cinque o dieci incontri, a cadenza settimanale o bimestrale. Possono essere telefonici o, meglio ancora, via Skype. Una volta conclusi, in alcuni casi il problema può essere risolto e ci si dà appuntamento dopo un mese per una verifica, altre volte invece riformuliamo l’obiettivo e programmiamo altri appuntamenti, e altre ancora, quando riconosciamo che la situazione è troppo complessa, cerchiamo una persona sul territorio che possa fare un lavoro più approfondito e specifico.

 

Sei mai disponibile a incontri individuali di persona?

In un caso, siccome la persona abita relativamente vicino a me, è venuta nel mio studio. Inoltre, quando mi sposto per gli incontri dei gruppi dei genitori, colgo anche l’occasione per fissare degli incontri individuali di persona, che hanno indubbiamente un valore aggiunto a quelli a distanza.

 

Come si può ottenere una consulenza telefonica?

Basta chiamare il Numero Verde e chiedere a Francesca Penno, che risponde, di fissare un appuntamento con me. Mi si trova anche su Facebook e mi si può contattare via email.

 

Di media di quante consulenze si tratta ogni mese?

La media è 15, ma il conto reale varia molto e può anche raddoppiare.

 

Quali sono le problematiche che emergono più spesso?

Le persone adulte con SMA il più delle volte chiamano per affrontare tematiche legate alla propria indipendenza psicologica che deve fare i conti con una oggettiva dipendenza fisica. I genitori invece spesso sollevano questioni riconducibili al tema del rispetto dei propri confini. Si tratta di comprendere che mio figlio sì dipende da me ma non è me, ha le sue paure che non sono le mie, ha il suo dolore che non è il mio, e prova anche il desiderio di essere indipendente da me. Un altro tema che emerge spesso è quello dell’accettazione del limite fisico del figlio: è un limite che fa da cassa di risonanza a tutti i limiti che ci sono nella vita di ciascuno.

Un’altra tematica che mi propongono i genitori è il rapporto con l’altro, soprattutto con familiari e amici. Capita infatti che sia difficile spiegare alle persone come desideriamo che si approccino a nostro figlio, quando riteniamo che alcuni atteggiamenti possano essere nocivi, ad esempio in ambito scolastico in termini di inclusione scolastica non sempre realizzata. Mi è capitato a questo proposito di sentire telefonicamente alcuni insegnanti di sostegno, e a volte suggerisco degli stimoli integrativi per raccontare e capire il valore della diversità.

Questo prescinde dalla competenza del counselor!

Sono educatrice di formazione, oltre che counselor. Come educatrice sono in grado di offrire stimoli per educare gli altri, come counselor mi occupo di ascoltare cosa risuona nella persona, cioè cosa prova una persona mentre accade qualcosa, perché ad esempio è infastidita da un determinato comportamento altrui, cosa tocca internamente…

 

Altre problematiche che emergono?

Chi ha figli adolescenti affronta questioni relative alla gestione dei confini, al rapporto con il corpo e alla gestione dell’indipendenza. In molti c’è paura per il futuro. Io cerco di riportare tutto, per quanto possibile, nel qui e ora.

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