IlCorriere.it – I pm: «Finte infermiere e minacce per l’affare milionario di Stamina»

rassegnaVenti indagati. I medici pentiti dell’appoggio al metodo: ci vergogniamo

di Marco Imarisio

 

 {loadposition addthis}TORINO — Gli unici innocenti sono i bambini e gli adulti malati, i loro genitori, le famiglie. Dietro a un elenco di nomi che riempie quasi due pagine c’è una quantità di dolore e di vana speranza difficile persino da immaginare, figurarsi a renderla nel linguaggio giuridico di un capo di imputazione costruito come una sentenza. Con dentro frasi come questa: «I pazienti sono stati usati come cavie». Quasi un epitaffio per il metodo Stamina.

Nelle settantuno pagine del documento c’è un dettagliato elenco di episodi esemplari del livello di approssimazione che a giudizio dei magistrati da sempre caratterizza la vicenda di Stamina. Ettore Luciano Fungi, medico di Carmagnola, stretto collaboratore di Davide Vannoni e socio della sua associazione, «nel corso della reintroduzione di cellule staminali», operazione piuttosto delicata che comporta dei rischi, «si faceva aiutare da un addetto alle pulizie come appoggio per il paziente». Nelle accuse a Vannoni si racconta anche del suo travestimento in ricercatore dell’università di Brescia per accreditarsi presso il Cardiocentro Ticino, in Svizzera. E di come «per eludere i divieti impostigli dalle normative sanitarie italiane ed europee» il fondatore di Stamina avesse instaurato rapporti con l’ambasciatore e i consoli onorari di Capo Verde «anche grazie all’aiuto di un farmacista sedicente medico e di una hostess attrice che si era qualificata come infermiera». E tutto al fine «di ottenere il permesso di somministrare il suo metodo presso la clinica Murdeira dell’isola di Sal». In un ospedale inattivo da tre anni. Il costo a carico di pazienti e familiari era previsto in 25.000 euro a persona…leggi l’articolo

fonte: ilcorriere.it

 

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