Ricerca SMA: Una nuova classe di oligonucleotidi antisenso

La somministrazione sottocutanea di una nuova classe di oligonucleotidi antisenso (ASO) chiamati triciclo-DNA potrebbe essere un’efficace terapia per l’atrofia muscolare spinale.
E’ noto che nella SMA il gene di backup SMN2 può ridurre gli effetti della mancanza della proteina SMN. Questo gene ha una sequenza genetica molto simile a quella di SMN1; tuttavia la piccola differenza è sufficiente per indurre un processo di splicing alternativo, che impedisce la corretta lettura della sequenza SMN2 e la produzione di una proteina funzionale. Questo processo alternativo “naturale” può essere evitato tramite l’uso di composti denominati ASO.
Spinraza (nusinersen) è stata la prima terapia a base di ASO approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) e ora anche dall’Agenzia Europea per il Farmaco, per il trattamento della SMA. Nonostante i benefici chiari forniti ai pazienti, questa terapia ha alcune limitazioni, tra cui la sua incapacità di attraversare la barriera emato-encefalica per raggiungere il sistema nervoso centrale. Per superare questo inconveniente, Spinraza è amministrato direttamente nel canale spinale, con tutte le difficoltà del caso.
Lo studio “Efficient SMN Rescue following Subcutaneous Tricyclo-DNA Antisense Oligonucleotide Treatmen“, è stato pubblicato sulla rivista online Molecular Therapy – Nucleic Acids.
I ricercatori hanno testato il potenziale terapeutico di una nuova classe di ASO, chiamata triciclo-DNA o tcDNA. Negli studi precedenti questi composti hanno dimostrato un miglior potenziale di legame alle molecole di DNA e RNA e anche la capacità di passare la barriera emato-encefalica. Questi risultati suggeriscono che i tcDNA possano rappresentare una valida terapia sistemica per la SMA.
Il gruppo di ricerca ha testato l’efficacia di due composti della classe tcDNA nei modelli animali di SMA di tipo 3. Ha così provato che un’iniezione sottocutanea di questi composti aumenta i livelli di SMN in tutti i tessuti, compreso il sistema nervoso centrale. Inoltre il trattamento con tcDNA ha migliorato la funzione respiratoria degli animali.
“Si discute ancora come la carenza di SMN conduca alla patologia periferica, ma l’obiettivo principale di una strategia terapeutica basata sui tcDNA è quello di ottenere un’efficacia sistemica per garantire la migliore risoluzione della patologia nei pazienti SMA”, hanno scritto i ricercatori.
Sulla base dei risultati dello studio, i composti tcDNA sono particolarmente indicati per la fornitura di benefici terapeutici che non richiedano metodi di somministrazione invasiva o anestesia. I ricercatori concludono affermando che “i tcDNA potrebbero quindi rappresentare una terapia particolarmente attraente per la SMA, che richiede un trattamento per l’intero corpo”.

 

dott. Paolo Pisano

– La ricerca contro la SMA –

www.ricercasma.it

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